Charles Leclerc ha ottenuto la pole position al termine delle qualifiche che si sono disputate oggi pomeriggio al Baku City Circuit, sede del sesto appuntamento iridato della stagione. Per il monegasco della Ferrari si tratta della nona pole in carriera in Formula Uno, la seconda consecutiva dopo quella di Monaco. Il ferrarista ha fatto registrare la miglior prestazione al primo tentativo dell’ultima fase delle qualifiche, sfruttando sul lungo tratto conclusivo da circa 2200 metri la scia delle Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas.
Si è trattato di un episodio involontario chiaramente, dato che nel momento in cui il campione F2 2017 stava concludendo il giro, le vetture di Stoccarda stavano iniziando il proprio giro veloce in seguito a una prima tornata di riscaldamento. Seppur la natura del tracciato sia la medesima, cittadino, il layout è completamente differente tra Montecarlo e Baku. La SF21 si era mostrata molto competitiva tra le stradine del Principato grazie a questi fattori: grip meccanico generato dalla corretta finestra di utilizzo degli pneumatici (working range), precisione all’avantreno, posteriore che segue l’anteriore nei cambi di direzione nelle curve lente e medio lente ed il perfetto bilanciamento aerodinamico per garantire velocità di punta e aderenza in trazione.
Le curve iniziali caratterizzate dall’angolo a novanta gradi e la sezione centrale del castello, quella più tecnica e guidata, hanno esaltato i fattori sopracitati nonché punti di forza della monoposto italiana. Proprio il pluri iridato scatterà in prima fila affianco al talento del Cavallino Rampante. L’inglese è stato protagonista di una qualifica oltre le aspettative, archiviando un risultato insperato sino alla terza sessione di prove libere. Nell’arco delle tre sessioni di qualifica, il campione del mondo in carica è sempre riuscito a fare la differenza nel terzo settore grazie anche a una configurazione aerodinamicamente più scarica. Nel primo giro lanciato è stato anche aiutato dalla scia del compagno di squadra davanti, ma comunque lui ci ha messo del suo. Infatti, diversamente dal compagno di box, il trentaseienne di Stevenage è riuscito a portare i propri pneumatici morbidi nella giusta finestra di utilizzo in termini di temperatura (working range).
La strategia del doppio giro di riscaldamento si è mostrata efficiente nel momento decisivo, dato che riuscire a portare in temperature le gomme è stato il tallone d’Achille delle W12 E Performance nell’arco del fine settimana azero. In ottica gara, Hamilton potrà giocarsi le sue carte dati gli ottimi riscontri cronometrici derivati dalla seconda sessione di prove libere nella simulazione del passo gara con mescole medie C4. Terza posizione per il grande deluso di giornata, Max Verstappen. Per l’olandese della Red Bull il risultato finale non è da buttare ma non è neanche quello se si aspettava. La RB16B si è mostrata una vettura bilanciata sin dalla prima sessione di libere e, nonostante l’incidente in mattinata alla curva 15 con conseguente rottura del braccetto dello sterzo e dell’alettone anteriore, sembrava che la scuderia di Milton Keynes potesse portare almeno una delle proprie vetture in prima fila. Invece, la scia presa da Leclerc e l’esposizione della bandiera rossa nel corso del secondo tentativo del Q3 a causa degli incidenti di Tsunoda e Sainz, hanno tarpato le ali alle monoposto anglo-austriache.
Di umore opposto Pierre Gasly, straordinario quarto. Il transalpino dell’AlphaTauri ha eguagliato il proprio miglior risultato in qualifica in carriera in F1. Il francese ha massimizzato il potenziale della AT01 sul tracciato azero. La monoposto faentina è stata molto efficiente, ottenendo costantemente il miglior parziale nel primo settore e risultando una delle più veloci nel secondo tratto della pista, quello più tecnico e guidato. Nel terzo settore, invece, il campione GP2 2016 ha perso il vantaggio accumulato complice anche il fatto di poter sfruttare la scia di nessuna vettura davanti a sé.
Terza fila appannaggio di Carlos Sainz e Sergio Perez, rispettivamente quinto e sesto. Lo spagnolo della Ferrari si è fermato a pochi centesimi di distanza dalla seconda posizione e fino al secondo settore era in linea con i tempi del compagno di squadra. Purtroppo, nel corso del secondo short-run, l’iberico, per evitare l’incidente di Tsunoda alla curva 3, ha frenato di colpo finendo in testacoda nella via di fuga delle medesima curva distruggendo l’ala anteriore.
Per il messicano della Red Bull la bandiera rossa è stata una beffa, dato che sin dalle prime battute del turno mattutino del venerdì aveva mostrato un gran passo sia sul giro veloce sia sul passo gara. Così, da potenziale candidato alla prima fila, l’ex Racing Point scatterà dalla terza fila ed è relegato nuovamente a una gara di rimonta. Ottima, seppur abbia sbattuto nel finale, la qualifica di Yuki Tsunoda. Per il rookie della categoria, che ha concluso terzo in classifica lo scorso campionato in F1, il settimo posto odierno rappresenta il miglior risultato in quella nella sua breve carriera in Formula 1. Oltretutto, il risultato odierno è una boccata di ossigeno per il pilota asiatico dopo una sequenza di gare negative in seguito all’ottimo esordio al Sakhir International Circuit in Bahrain.
Il nipponico dell’AlphaTauri ha preceduto Fernando Alonso, ottavo. Lo spagnolo dell’Alpine, a differenza di Portimao, è riuscito a concretizzare quanto di buono fatto vedere nelle prove libere agguantando la top ten in qualifica per la prima volta dalla tappa inaugurale in Medio Oriente.
Hanno completato la classifica dei primi dieci Lando Norris, 9°, e Valtteri Bottas, 10°. Il britannico della McLaren aveva ottenuto il 6° tempo, peccato, però, che nel post qualifica iIl britannico classe 1999 sia stato penalizzato di tre posizioni in griglia di partenza per non aver rispettato la procedura in regime di bandiera rossa. Di conseguenza scatterà dalla nona posizione.
Pomeriggio complicato, invece, per il finnico della Mercedes. Nel corso della terza sessione di prove libere, i meccanici hanno modificato l’altezza da terra sulla sua monoposto per migliorarne il grip meccanico. Modifica che è risultata vana, ma sopratutto il finlandese non è riuscito a far lavorare le mescole nel giusto working range. Sebastian Vettel, undicesimo, è stato il primo degli esclusi dal Q3, per appena 29 millesimi. Il tetra campione del mondo dell’Aston Martin ha preceduto l’Alpine di Estaban Ocon, dodicesimo.
Per il pilota d’oltralpe si tratta della prima esclusione in Q2 dopo tre qualifiche consecutive in top ten (Portogallo, Spagna e Monaco). Ancora una volta eliminato nella seconda manche delle qualifiche Daniel Ricciardo, tredicesimo. L’australiano della McLaren è andato a sbattere contro le barriere della curva 3 nelle ultima fasi della sessione centrale, causando l’esposizione della bandiera rossa che ha sancito anzitempo la fine della qualifiche due. Per il trentunenne di Perth questo è il momento più difficile della sua carriera in F1, sia nel confronto diretto col compagno di squadra sia per le difficoltà che sta riscontrando nell’adattarsi alla monoposto di Woking.
Kimi Raikkonen ha chiuso col quattordicesimo tempo, precedendo George Russell, quindicesimo. Il britannico della Williams è stato molto bravo a passare il taglio della prima sessione, nonostante sia sceso in pista in ritardo a causa dei problemi tecnici accusati in mattinata alla power unit della sua vettura. Il campione F2 2018 ha preceduto il suo compagno di squadra Nicholas Latifi (16°) e le Haas dei debuttanti Mick Schumacher e Nikita Mazepin, rispettivamente in diciassettesima e diciottesima posizione.
Senza tempo Lance Stroll e Antonio Giovinazzi, che scatteranno appaiati in ultima fila. Sia il canadese dell’Aston Martin sia l’italiano dell’Alfa Romeo sono andati a sbattere, in due momenti distinti, in uscita dalla curva 15 in seguito al bloccaggio del pneumatico anteriore sinistro. Ambedue hanno causato l’interruzione della sessione, per questo motivo la Q1 è durata circa dieci minuti in più del tempo previsto.